Stefano Rossi è ingegnere civile diplomato all’ETH di Zurigo. Con una lunga esperienza maturata in ruoli dirigenziali, sia nel settore privato che in quello pubblico, è oggi un punto di riferimento nella conduzione di progetti complessi, dove competenze tecniche, visione strategica e capacità relazionali fanno davvero la differenza.
Nel corso della sua carriera ha seguito interventi di grande rilievo per il territorio: dal termovalorizzatore dei rifiuti solidi urbani a Giubiasco, al Campus SUPSI di Mendrisio, passando per il Campus USI-SUPSI a Viganello, la nuova Gottardo Arena di Ambrì, la Casa anziani di Bellinzona e il Centro Sci Nordico a Campra. Oggi è capoprogetto della futura Città della Musica, uno dei progetti in campo musicale più innovativi dell’intero cantone.
Entrato in comal.ch con la volontà di rafforzare la presenza dell’azienda nel Sopraceneri, Stefano coordina uno degli ambiti centrali per lo sviluppo dello studio: il Project Management. La sua vasta rete di contatti, la conoscenza approfondita del territorio e la capacità di leggere le esigenze dei diversi stakeholder ne fanno un attore chiave nella crescita strutturata della sede di Bellinzona.
«Comal.ch è un’azienda che guarda avanti, con radici solide. La nostra sfida è costruire valore nel Sopraceneri con progetti sostenibili, visione condivisa e una presenza tecnica e umana che lasci il segno.»
1. Stefano, cosa ti ha portato in Comal.ch?
La condivisione dei valori aziendali, la visione multidisciplinare dello studio, il forte radicamento sul territorio e il progetto di voler fare crescere i giovani, condividendo le conoscenze e le esperienze maturate da tutti i colleghi. Entrare in Comal.ch significa contribuire alla realizzazione di progetti complessi, con un approccio integrato e una prospettiva di crescita continua, sia personale che aziendale.
2. Qual è la sfida (o l’opportunità) più stimolante che vedi oggi nel Sopraceneri?
La sfida è valorizzare le peculiarità e le risorse del territorio, mantenendo un equilibrio tra sviluppo, sostenibilità e identità locale. L’opportunità è quella di contribuire alla creazione di un valore duraturo attraverso la concretizzazione di progetti gestiti in modo proattivo e pensati su misura per il contesto.
3. Il Project Management in comal.ch è in piena evoluzione: cosa ti entusiasma di più in questo sviluppo e che valore porta ai clienti?
La possibilità di applicare un modello di organizzazione, gestione e monitoraggio dei progetti consolidato e mettere a frutto del cliente le conoscenze maturate in anni di esperienza nella realizzazione di progetti importanti, personalizzando la consulenza a dipendenza del Committente. Questo approccio aumenta la qualità, riduce i rischi e permette ai clienti di essere seguiti in ogni fase, con chiarezza e competenza, definire gli obiettivi da raggiungere ed essere informati regolarmente riguardo al rispetto dei costi, dei tempi e della qualità attesa.
4. C’è un angolo del Bellinzonese che senti un po’ tuo?
Bellinzona fa parte del mio percorso: ho frequentato per 4 anni di liceo Cantonale di Bellinzona, tra le mie esperienze professionali ho lavorato 7 anni nella Capitale e vivo da ormai 25 anni in Comuni entrati a far parte di Bellinzona con la recente aggregazione. Come luoghi specifici mi vengono in mente il centro storico di Bellinzona e i suoi tre castelli, che rappresentano un punto d’incontro tra la storia con il suo passato, il presente e il futuro, un po’ come il nostro studio e il nostro lavoro: ancorati alla tradizione, ma sempre proiettati in avanti verso nuove sfide da affrontare assieme con entusiasmo.
5. Fuori dall’ufficio, dove ti troviamo?
I fine settimana li trascorro in alta Engadina, dove vive e lavora mia moglie Barbara, attorniato dalla natura e dalla montagna. È un luogo dove ricarico le energie e trovo molta ispirazione. Durante la settimana, vivo il Ticino in pieno, tra incontri, progetti e territorio.